Test Drive Lotus Emira 2.0L: Potenza Da Sogno o Delusione Pura?

Test Drive Lotus Emira 2.0L: Potenza Da Sogno o Delusione Pura?

Acquistare il modello d’ingresso di un’auto sportiva è spesso accompagnato da un certo “imbarazzo”, ed è un peccato. Certo, ci sono molteplici motivi che spingono una persona a scegliere questa via, ma la realtà è che questi modelli sono d’ingresso per un motivo. E la Lotus Emira non fa eccezione.

Abbiamo avuto il privilegio di provare la Lotus Emira First Edition all’inizio di quest’anno, rimanendo sorpresi dalla sua forma compatta, dal design affascinante, dal telaio agile e, soprattutto, dalla potenza e dal cambio. Quello che era iniziato, almeno negli Stati Uniti, come un robusto V6 sovralimentato da 3.5L abbinato a un cambio manuale a sei marce che ci faceva sognare, si è trasformato ora in un motore turbo 2.0L a quattro cilindri sviluppato da AMG, con un cambio a doppia frizione a otto marce. Sulla carta, i due modelli sembrano relativamente simili, ma nella pratica le differenze sono evidenti.

Abbiamo avuto l’opportunità di testare la Lotus Emira 2.0L First Edition per una settimana in California del Sud, e, nonostante alcuni aspetti davvero positivi, ci ha lasciato con una sensazione di mancanza e delusione rispetto alla versione V6, più coinvolgente. Ecco i nostri cinque punti principali.

Un Suono Da Brividi: Ogni Dettaglio È Pensato per Emozionare

La prima cosa che ti colpisce alla guida della Lotus Emira è il suono… e non parliamo solo del motore. È una sinfonia di rumori che provengono non solo dal motore, ma anche dal telaio stesso. Il posizionamento del motore al centro permette di sentire ogni suono in modo cristallino. Per il V6, il ronzio del compressore era così pronunciato, ma non si faceva sentire finché non raggiungevi una determinata gamma di giri e posizione dell’acceleratore. Per il 4 cilindri turbo, invece, il suono dei turbocompressori che entrano in funzione è costante, alternato al rumore dell’aria che viene aspirata dal motore. È una sensazione ipnotica, che piacerà a chi ama la cultura del tuning e a chi apprezza il suono dei motori.

E non solo il motore. L’Emira ci ha sorpreso con una serie di suoni insoliti provenienti da ogni parte della vettura. La pompa elettrica del servosterzo, ad esempio, si fa sentire ai semafori, mentre i rumori delle cinghie e dei compressori dell’aria condizionata non passano inosservati. È un’auto “suonata” con precisione, pensata per coinvolgere chi la guida, facendolo sentire parte di ogni singolo movimento.

La Maneggevolezza: Un’Emira Che Ti Sorprende

Nonostante i tempi siano cambiati e la leggerezza ultra-agile di modelli come l’Elise sia ormai un ricordo, l’Emira resta tutt’altro che pesante, con i suoi poco più di 1.450 kg. Questo è un aspetto cruciale per la sua maneggevolezza, perché significa che l’Emira è scattante e reattiva nelle curve.

La versione con motore AMG ci è sembrata più leggera e agile rispetto alla versione V6 che avevamo provato, nonostante la differenza di peso fosse minima. Nessuna curva o rampa di uscita ci ha messo paura, e la sensazione di confidenza che trasmetteva l’auto era sorprendente. Lo sterzo, infine, è preciso e deciso, grazie all’incredibile sterzo idraulico che ci ha permesso di sentire ogni sfumatura della strada. La sospensione, ottimamente calibrata, ha regalato un comportamento impeccabile. E i sedili, in pelle e Alcantara, hanno offerto un supporto laterale notevole, nonostante qualche piccolo fastidio nella parte lombare.

Il Motore AMG: Potente, Ma Poteva Essere Meglio

Ora, il grosso problema: il motore. Se da un lato il V6 e il suo compressore ci avevano conquistato per la sua potenza lineare e il tiro interminabile di coppia, il 2.0L turbo AMG sembra più contenuto. Sulla carta le specifiche sono simili: 360 cavalli e 430 Nm di coppia contro i 400 cavalli e 430 Nm del V6, ma in pratica il motore turbo ci ha lasciato un po’ delusi. Nonostante la coppia sia evidente sopra i 3000 giri, il motore tende a perdere forza man mano che i giri salgono, costringendoci a ripetere continuamente il processo di accumulo di pressione turbogetto. Il V6, al contrario, spinge in modo continuo e senza sforzi. La differenza tra i due è palpabile, e il turbo sembra più adatto a chi cerca emozioni improvvise piuttosto che un’andatura costante e potente.

Il Cambio A Doppia Frizione: Un’Innovazione, Ma Non Perfetta

Il cambio a doppia frizione a otto marce della Lotus Emira non è esattamente un capolavoro. Sebbene i cambi a doppia frizione siano generalmente una buona combinazione tra reattività e coinvolgimento, quello dell’Emira ha mostrato qualche difetto. I paddle sono troppo corti, e spesso ci siamo chiesti se avevamo effettivamente cambiato marcia. In modalità normale, le cambiate sono lente, lasciando un piccolo ritardo prima che il motore spinga. Inoltre, il cambio manuale della versione V6 aveva un bellissimo sistema di trasmissione visibile, un dettaglio che rendeva l’esperienza ancora più coinvolgente, e che manca nella versione 2.0L. Il cambio è, in un certo senso, una “compromissione” che rende meno affascinante la guida.

Non Puoi Perdere La Versione V6

La Lotus Emira con motore AMG da 2.0L è un compromesso. Se avessimo provato questa versione prima della V6, forse avremmo visto le cose diversamente. Ma la realtà è che, tra i due modelli, c’è una differenza abissale. La versione V6 è un’auto che ti conquista con ogni singolo dettaglio: dal motore visibile nel retro al cambio manuale che ti fa sentire come un vero pilota. Se cerchi l’esperienza completa di una sportiva, con una potenza lineare e un motore che ti emoziona ad ogni accelerazione, la V6 è la scelta giusta.

In definitiva, la Lotus Emira continua a essere una delle nostre auto preferite sul mercato, pensata per chi cerca una vettura che non solo conquisti gli sguardi, ma che sappia anche affrontare ogni curva con agilità. Se però sei indeciso, ricorda: la versione V6 è l’anima di questa auto, e perderla potrebbe essere il tuo più grande rimpianto.

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